Qual è la connessione tra la rete 5G e la riduzione di CO2?
Il termine “connessione” non è casuale. Ci muoviamo nel settore dello sviluppo tecnologico, nello specifico nel modo in cui la rete 5G garantisce una gestione efficiente delle risorse energetiche usate per il riscaldamento negli edifici.
Unostudio di Accenture commissionato da Ctia, “ […] 5G Connectivity: A key enabling technology to meet America’s climate change goals”, spiega come la rete 5G riuscirà “[…] a ridurre di 67,9 MMtCO2e la CO2 negli Usa entro il 2025. Si tratta di quanto consumano 12 milioni di case in un anno. Le soluzioni prese in considerazione sono il monitoraggio in tempo reale, il maggior impiego di fonti verdi, i risparmi di combustibile per gli spostamenti dei tecnici grazie alle operazioni da remoto, sistemi di energy management per gli edifici, riscaldamento e condizionamento intelligenti, smart meter, smart grid e microgrid per le rinnovabili.[…]”
Secondo l’Amministratore Delegato di Ericsson Italia, Emanuele Iannetti, nel 2022 e nel 2023 sarà necessario “[…] armonizzare i limiti di emissione elettromagnetica agli standard europei e continuare a semplificare le autorizzazioni necessarie alle istallazioni delle reti. […]”
Lo smart building è soltanto uno dei “casi d’uso” (vengono chiamati nell’articolo redatto il 28 gennaio 2022 su correirecomunicazione.it) abilitati dalle reti 5G a ridurre le emissioni di CO2. Questo, però, ci aiuta a capire quanto sviluppo tecnologico, smart building e cambiamento climatico sono temi strettamente connessi e che, oggi più che mai, installare sistemi di contabilizzazione e termoregolazione dei consumi da remoto negli edifici rappresenta la giusta via da prendere per contribuire al progetto di sostenibilità ambientale.
Fonte: CORCOM